UVA, DEL CORE: “QUALITÀ AL TOP, MA PRODUZIONE SOTTO PRESSIONE PER IL BOOM DEI COSTI. IL COMPARTO VA SOSTENUTO”
UVA, DEL CORE: “QUALITÀ AL TOP, MA PRODUZIONE SOTTO PRESSIONE PER IL BOOM DEI COSTI. IL COMPARTO VA SOSTENUTO”
Ottima qualità dell’uva da tavola, siciliana, pugliese e lucana in primis, ma filiere produttive sotto pressione a causa dei costi sempre più elevati. Massimiliano Del Core (nella foto), presidente della CUT, Commissione italiana Uva da Tavola, analizza la situazione del comparto, tracciando un quadro con tinte in chiaroscuro.
L’imprenditore pugliese, paladino dell’uva italiana, premette come la stagione produttiva di quest’anno sia iniziata ormai già da oltre un mese nell’areale produttivo siciliano con ottime performance dal punto di vista qualitativo. Il comparto siciliano ha potuto contare su un clima molto favorevole che ha permesso alle uve tradizionali precoci di esprimersi al meglio, presentando un alto livello qualitativo dal punto di vista organolettico ed una buona resa produttiva alla pianta.
Anche le estensioni dedicate a produzioni di uva seedless sono aumentate in Sicilia (+13% sul 2021 e comunque il 2,8% sul totale dell’areale). L’’Italia è così riuscita, timidamente, a partire con un’offerta più completa, in anticipo rispetto al solito.
“Il mercato interno ed estero, però, pervaso da una grande incertezza causata dall’instabilità sociopolitica e macroeconomica dell’area euro, non riesce per il momento a valorizzare al meglio l’offerta, facendo registrare una forte pressione inflattiva sui prezzi alla vendita (+8% sull’ortofrutta), una scarsa capacità di remunerare i costi enormemente maggiori (+42%) sostenuti dalla filiera produttiva e commerciale dell’uva, una preoccupante discontinuità nei consumi ed una conseguente tendenza al ribasso dei prezzi riconosciuti alla filiera”.
Gli areali produttivi pugliesi e lucani sono invece appena partiti: anche in questo caso l’osservatorio della Commissione Italiana Uva da Tavola verifica in campo un’ottima qualità ed una produzione precoce in grado di garantire assoluta continuità nelle forniture stagionali sia in termini di resa alla pianta sia in termini di ampiezza del calendario varietale, che tra le cultivar tradizionali con seme e le diverse varietà senza semi in produzione (38% sul totale dell’areale) “sarà in grado di soddisfare le richieste di tutti i mercati di riferimento, difendendo la propria competitività rispetto alla forte concorrenza rappresentata dall’offerta nord-africana e spagnola”.
“Riscontriamo tuttavia attualmente qualche difficoltà sull’approvvigionamento produttivo delle uve seedless precoci colorate, ancora non molto diffuse in campo, per le quali invece si registra una domanda in aumento sui mercato europei”, osserva Del Core. Nessun problema invece sulle altre produzioni.
Molti problemi invece per la filiera tanto in Puglia e Basilicata, quanto in Sicilia, determinati dal vertiginoso ed incontrollabile aumento dei costi operativi e delle materie prime, nonché dalle difficoltà di reperimento di manodopera per le fasi di preparazione e raccolta in campo e selezione e confezionamento in stabilimento. “Su questo tema la CUT sta chiedendo alle organizzazioni datoriali e sindacali più rappresentative di attivarsi per risolvere strutturalmente la questione, che a nostro avviso è destinata a caratterizzare il futuro dell’industria dell’uva da tavola”, commenta preoccupato Del Core.
“In uno scenario del genere, è importante difendere e sostenere il know how degli operatori e l’eccellenza produttiva dell’uva da tavola italiana e farla riconoscere sempre più dai mercati. In questo senso sono orientate le iniziative promosse dalla Commissione Italiana Uva da Tavola a favore delle aziende del comparto, tutte ispirate ai valori dell’aggregazione, programmazione, promozione e innovazione. Anche per questo è fondamentale creare sinergie e programmare attività promozionali condivise”. Una delegazione della CUT, coordinata dal Project Manager Lorenzo Diomede, ha incontrato i presidenti dei consorzi IGP di Canicatti e Mazzarrone e imprenditori e rappresentanti dell’Associazione Produttori Siciliani di Uva da Tavola a fine giugno. È ormai imminente inoltre la costituzione del Distretto dell’Uva da Tavola in Puglia, che consentirà di accelerare i processi di sviluppo ed innovazione del comparto con l’aiuto di fondi pubblici regionali e comunitari. La CUT si sta rendendo promotrice di un contratto di filiera per l’uva da tavola su base multiregionale.
Importante la partenza del progetto della CUT per la realizzazione del censimento produttivo varietale dell’uva da tavola, in collaborazione con il CSO Italy, per arrivare alla definizione del catasto produttivo.
Sul fronte commerciale, infine, sempre con il fondamentale supporto dI CSO Italy, è massima l’attenzione della CUT alla possibilità di aperture di nuovi sbocchi e nuovi mercati, come Thailandia, Vietnam e altri ancora. Per il comparto dell’uva, da sempre molto attivo sul fronte dell’export, trovare nuovi sbocchi commerciali, anche e soprattutto fuori dall’UE, potrebbe essere determinante. (e.z.)
A cura del Corriere Ortofrutticolo